.. La liberazione di Mussolini e la nascita della RSI

La liberazione di Mussolini dalla prigionia di Campo Imperatore, sul Gran Sasso

Pochi giorni dopo l’arresto da parte del re, il 25 luglio 1943, Mussolini viene inviato sull’isola di Ponza, fino al 1939 luogo di confino per oppositori antifascisti (poi trasferiti nella vicina Ventotene). Vi resta una decina di giorni e poi viene portato su un’altra isola, La Maddalena, in Sardegna. Ultima tappa, un albergo sito in una zona completamente isolata del Gran Sasso, in Abruzzo, dove l’ex duce arriva a fine agosto.

I nazisti sono estremamente interessati a rimettere le mani su Mussolini, soprattutto per motivi politici: riportarlo al potere rappresenterebbe infatti un notevole successo propagandistico, ma anche una garanzia per tutti quei fascisti che intendono collaborare con gli occupanti.

Incaricato di scoprire la prigione di Mussolini è Herbert Kappler, che nel frattempo ha costituito un comando di polizia avanzato (Aussenkommando, AK) a Roma, con sede in via Tasso.

Grazie al lavoro di Kappler, il 12 settembre due reparti di paracadutisti raggiungono la spianata davanti all’albergo con degli alianti e con la funivia. La velocità dell’azione impedisce ai carabinieri di guardia di reagire. Mussolini viene quindi caricato su un piccolo aereo da ricognizione e portato prima all’aeroporto di Pratica di Mare e poi, a tappe, fino a Rastenburg, nel quartier generale di Hitler.

Dopo pochi giorni di riposo l’ex duce, ormai completamente nelle mani dei nazisti, viene rimandato in Italia dove, dopo aver incontrato i suoi fedelissimi, crea un governo e un nuovo stato, che il Manifesto di Verona denominerà «Repubblica Sociale Italiana (RSI)». Il nuovo stato fascista sarà noto anche come «Repubblica di Salò», dal nome della località del lago di Garda dove hanno sede molti importanti ministeri.

Il nuovo governo viene formato alla fine di settembre, e il 28 si tiene il primo consiglio dei ministri.

La repubblica, teoricamente, dovrebbe comprendere l’intero territorio nazionale, ma in realtà si ferma a sud alla linea del fronte, che alla fine del settembre 1943 è immediatamente a nord di Napoli. Due territori dell’Italia nord-orientale, inoltre, vengono direttamente occupati dai tedeschi, il “Litorale Adriatico” (Operationszone Adriatisches Küstenland), che corrisponde alle province di Udine, Gorizia, Trieste, Pola, Fiume e Lubiana, e la “Zona Prealpi” (“Operationszone Alpenvorland”) che comprende le province di Bolzano, Trento e Belluno. In queste aree la presenza della RSI e del fascismo è praticamente inesistente. Tuttavia, anche nelle province nominalmente sotto la piena sovranità della repubblica i fascisti devono fare i conti con la presenza delle forze armate tedesche (Wehrmacht e SS), e delle numerose agenzie del III Reich (Organizzazione Todt, Organizzazione Sauckel, eccetera), che limitano moltissimo il loro potere.

Galleria

Testo Alt - Herbert Kappler

Bibliografia

Luigi Ganapini, La Repubblica delle camicie nere, Milano, Garzanti, 2010

Lutz Klinkhammer, L’occupazione tedesca in Italia, 1943-1945, Torino, Bollati Boringhieri, 1993

Amedeo Osti Guerrazzi, Storia della Repubblica sociale italiana, Roma, Carocci, 2012

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