.. La Germania nazista

Il partito nazista nasce all’inizio del 1920 a Monaco di Baviera. Il suo nome ufficiale è “partito nazionalsocialista dei lavoratori tedeschi” (NSDAP). All’inizio è soltanto uno dei tanti partiti dell’estrema destra sorti dopo la sconfitta della Germania nella prima guerra mondiale. Sotto la guida di Adolf Hitler, un reduce di guerra, diventa però, in pochi anni, uno dei più importanti. Il suo programma intende distruggere la democrazia della repubblica tedesca – la Repubblica di Weimar – ed è ossessivamente antiebraico. Secondo Hitler, gli ebrei e i socialdemocratici (il partito socialdemocratico è il più importante del dopoguerra ed è al governo per quasi tutta la storia di Weimar, dal 1919 al 1933), sono i responsabili della sconfitta, assieme ai comunisti. Il futuro Führer non fornisce spiegazioni razionali per questa tesi, ma si limita a indicare nei suoi avversari i “nemici” e i “traditori” della Germania.

Quando, nel gennaio 1933, prende il potere grazie alla vittoria alle elezioni, Hitler comincia subito a mettere in pratica il programma di esclusione degli ebrei dall’economia e dalla società tedesche. Il 1° aprile 1933 il partito dà il via a una campagna di boicottaggio delle attività economiche di proprietà di ebrei. Il 7 aprile è approvata la prima legge, che impedisce a tutti gli ebrei (salvo alcune eccezioni) di lavorare per lo Stato. L’11 aprile arriva la prima definizione giuridica di “ebreo”, ancora molto vaga. In ogni caso, gli ebrei vengono espulsi dall’ordine degli avvocati e dei medici, e dunque dagli ospedali pubblici. Leggi e decreti antiebraici sono emanati a getto continuo fino al 1935, quando il parlamento tedesco approva le note Leggi di Norimberga, tre leggi e relativi decreti attuativi che privano gli ebrei di ogni diritto civile e impediscono loro di sposarsi con non ebrei. Gran parte delle proprietà ebraiche sono confiscate.

Lo scopo di Hitler e del nazismo, in questo periodo, è ancora quello di rendere la vita impossibile agli ebrei e costringerli a emigrare. Le leggi sono applicate in maniera rigidissima da un apparato repressivo che vede le SS (il reparto paramilitare del partito) coadiuvare la polizia. A partire dal 1939, le SS entrano a far parte dell’Ufficio centrale per la Sicurezza dello Stato, che ha il compito di reprimere ogni forma di dissenso attraverso la Gestapo (la polizia politica di Stato) e l’ufficio di informazioni politiche delle SS (conosciuto con l’acronimo di SD). La Gestapo e le SS possono contare su un enorme numero di collaboratori e delatori che le informano di ogni atto considerato trasgressivo, commesso da ebrei o no. Durante il nazismo, l’intera società tedesca è avvolta in una rete di terrore che impedisce non solo ogni tentativo di opposizione, ma anche qualsiasi comportamento considerato non conforme alle idealità naziste.

La Gestapo era stata costituita sulla tradizione della polizia politica tedesca, ma andò ampiamente oltre. Non solo venne centralizzata, ma si proclamò al di fuori della legge, del sistema giuridico e della tradizionale disciplina e amministrazione di polizia [Gellately, The Gestapo and the German Society, p. 43].

Nel 1938 la Germania annette l’Austria, e le leggi di Norimberga vengono applicate anche agli ebrei austriaci, così come avverrà nei territori annessi successivamente (i Sudeti). Nel novembre dello stesso anno il partito scatena una serie di azioni violentissime contro gli ebrei, che passeranno alla storia con il nome di “Notte dei Cristalli”. Le leggi antiebraiche diventano sempre più opprimenti, e prevedono anche che costoro abbandonino le proprie residenze e abitino in edifici riservati, in genere fatiscenti e situati nei quartieri più poveri delle città. Gli ebrei che hanno perso il lavoro, praticamente tutti, sono anche costretti ai lavori forzati.

Il 30 gennaio 1939, essendo ormai prossima la guerra, Hitler pronuncia al Parlamento un discorso nel quale minaccia apertamente gli ebrei di sterminio.

C’è una cosa che vorrei esprimere oggi, e che forse è destinata a essere ricordata e non solo da noi tedeschi; nella vita spesso mi è capitato di fare il profeta, e la maggior parte delle volte sono stato deriso per questo. Quando ancora lottavo per arrivare al potere, erano soprattutto gli ebrei a ridere della mia profezia, che un giorno avrei conquistato il controllo dello stato e quindi dell’intero paese, e che tra gli altri problemi avrei risolto anche quello degli ebrei. Penso che gli ebrei tedeschi si siano rimangiati le risate fragorose con cui allora accolsero le mie parole. Oggi voglio essere profeta ancora una volta: se la grande finanza internazionale ebraica, d’Europa e non, riuscirà ancora una volta a far precipitare il mondo in una nuova guerra mondiale, il risultato non sarà la bolscevizzazione della terra e quindi la vittoria degli ebrei, ma l’annientamento della stirpe ebraica in Europa [Hitler, Discorso al parlamento tedesco, 30 gennaio 1939]

Una volta iniziato il conflitto, gli ebrei tedeschi seguono la sorte degli ebrei d’Europa. Nel 1941 sono costretti a indossare la stella gialla e dall’autunno di quell’anno vengono deportati nell’Est europeo, per essere inviati nei campi di sterminio. Degli oltre 500.000 ebrei che vivevano in Germania prima dell’avvento del nazismo, soltanto una piccola parte riuscirà a sopravvivere.

Bibliografia

Gustavo Corni, Breve storia del nazismo, 1920-1945, Bologna, Il Mulino, 2015.

Dizionario dell’Olocausto, a c. di Walter Laqueur con Judith Tydor Baumel, edizione italiana a c. di Alberto Cavaglion, Torino, Einaudi, 2004 (ed edizioni successive)

Robert Gellately, The Gestapo and the German Society, Oxford, Clarendon Press, 1990

Raul Hilberg, La distruzione degli Ebrei d’Europa, Torino, Einaudi, 1995 (ed edizioni successive).

Altri contenuti

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