Mauro Graziadio Grini nasce a Trieste il 1° giugno 1906 da un sarto ebreo, Samuele Grün, immigrato in Italia dalla Romania. Il padre ottiene la cittadinanza italiana e cambia il nome in Grini. Gestisce una sartoria di lusso in via San Nicolò, nel cuore della città. Nel 1938, però, a seguito delle leggi antiebraiche, i Grini perdono la cittadinanza e le loro condizioni economiche peggiorano al punto che il padre è costretto a chiudere la sartoria, continuando a svolgere la professione nel proprio domicilio.
Il 24 maggio 1944 i genitori e il fratello sono arrestati dalla polizia tedesca e inviati alla Risiera di San Sabba. Dopo pochi giorni anche Mauro viene fermato. Secondo alcune testimonianze, i Grini continuano a lavorare all’interno del campo come sarti e sarebbero dei prigionieri “privilegiati”. Mauro, invece, viene reclutato da Franz Stangl, uno dei responsabili nazisti della persecuzione antiebraica, perché collabori agli arresti degli ebrei nascosti.
Secondo la documentazione processuale del dopoguerra, Mauro Grini diviene uno dei più pericolosi delatori del Nord-Est, implicato in innumerevoli episodi di arresto e in vere e proprie retate, tra le quali quelle avvenute in una casa di cura nei pressi di Venezia il 7 agosto 1944 (9 arresti), l’8 nell’ospedale civile (18 vittime) e il 18 nella casa di riposo ebraica di Venezia (22 vittime). Grini è inoltre responsabile di tanti arresti di singoli o di nuclei familiari anche a Milano e a Varese. Il 17 luglio 1944 Grini collabora, probabilmente, all’arresto e alla deportazione degli ebrei già internati nel campo di concentramento provinciale di Vò Vecchio, presso Padova.
Non si conosce la sua sorte. Mentre i genitori e il fratello riescono a sopravvivere alla Risiera, si pensa che Mauro sia stato ucciso dagli stessi nazisti prima della partenza dal capoluogo giuliano. Il suo corpo non è mai stato trovato.