Subito dopo il ritorno in Italia, alcuni deportati scrivono le loro memorie, incontrando spesso, però, incomprensione e indifferenza. Tra i primi autori vi sono:
Frida Misul, Fra gli artigli del mostro nazista, Livorno 1946.
Frida Misul nasce a Livorno nel 1919. Arrestata ad Ardenza il 1° aprile 1944, viene deportata da Fossoli nel maggio dello stesso anno. La sua testimonianza descrive la permanenza ad Auschwitz-Birkenau e in altri campi, nonché le strategie che le permettono di sopravvivere. Muore nel 1992.
Luciana Nissim, Pelagia Lewinska, Donne contro il mostro, Torino 1946.
Luciana Nissim nasce a Torino nel 1919. Nell’autunno 1943 entra far parte della Resistenza nella stessa formazione di Primo Levi. Arrestata in Valle d’Aosta durante un rastrellamento, viene inviata ad Auschwitz il 22 febbraio 1944. Riesce a salvarsi prestando servizio come medico nell’infermeria del campo. Trasferita in altri campi, alla fine della guerra fugge da quello di Dachau e si mette in salvo. Muore nel 1998.
Pelagia Lewinska, ebrea polacca nata nel 1907, sopravvive ad Auschwitz. È autrice di una delle prime memorie edite sulla Shoah, Vingt mois à Auschwitz, pubblicato nel 1945.
Giuliana Tedeschi, Questo povero corpo, Milano 1946.
Giuliana Fiorentino Tedeschi nasce a Milano nel 1914. Viene arrestata a Torino nel marzo del 1944 assieme al marito, l’architetto Giorgio Tedeschi, e deportata ad Auschwitz nell’aprile successivo. Partecipa alla marcia della morte del gennaio 1945 fino a Ravensbrück, da dove viene trasferita in altri campi fino alla sua liberazione da parte delle truppe sovietiche il 22 aprile 1945. Muore nel 2010.
Primo Levi, Se questo è un uomo, Torino 1947
Primo Levi è l’autore del libro più noto di memorie di sopravvissuti italiani, Se questo è un uomo, edito per la prima volta nel 1947. Il libro è stato ristampato decine di volte in Italia e tradotto in praticamente tutte le lingue del mondo. Dopo aver raccontato la sua esperienza nel Lager di Auschwitz-Monowitz, Levi ha pubblicato la storia del ritorno nel libro La tregua (Torino, 1963), e altre testimonianze e riflessioni sulla Shoah e la memoria in I sommersi e i salvati, (Torino, 1986).
Liliana Millu, Il fumo di Birkenau, Milano 1947.
Liana Millu, nata a Pisa nel 1914, attiva nella Resistenza, viene arrestata a Venezia nel marzo del 1944 e poi deportata ad Auschwitz. Il suo racconto si svolge attraverso sei vicende di donne rinchiuse nel Lager di Birkenau. È morta nel 2005. L’ultima edizione del suo libro è del 2008.
Per anni, dopo questa prima stagione, i sopravvissuti tacciono quasi completamente. Soltanto dagli anni Ottanta del secolo scorso si assiste alla pubblicazione di decine di altri libri, tra i quali:
Emanuele Pacifici, Non ti voltare. Autobiografia di un ebreo, Firenze 1993;
Settimia Spizzichino, Gli anni rubati, Cava de’ Tirreni 1996;
Shlomo Venezia, Sonderkommando Auschwitz, Milano 2007;
Alberto Sed, Sono stato un numero, Firenze 2009;
Teo Ducci, Un tallèt ad Auschwitz, Firenze 2000;
Liliana Segre, Sopravvissuta ad Auschwitz, Milano 2005;
Sami Modiano, Per questo ho vissuto, Milano 2013;
Fatina Sed, Biografia di una vita in più, Roma 2017.