.. Il nazismo in guerra

Con l’attacco contro la Polonia, il 1° settembre 1939, la Germania dà il via alla seconda guerra mondiale. Il conflitto si trascina per quasi sette anni – in Europa si conclude solo l’8 maggio 1945 – mentre la Germania occupa praticamente tutto il territorio continentale e, assieme all’Italia fascista, parte dell’Africa settentrionale.

Lo scopo ultimo del nazismo è la costruzione di un grande impero europeo, che si espanda dall’Atlantico agli Urali e dal Mare del Nord al Mediterraneo, organizzato secondo una precisa gerarchia razziale. Al vertice dell’impero, la “razza” tedesca; al fondo, quella slava, che va ridotta in schiavitù. La “razza” ebraica, invece, va totalmente eliminata.

Per realizzare questo progetto, la Germania nazista mette in atto una durissima politica di occupazione dei territori conquistati e commette una serie infinita di crimini di guerra. I primi a farne le spese, paradossalmente, sono i tedeschi stessi: il programma di purificazione razziale prende il via, infatti, con la sterilizzazione e, poi, lo sterminio dei disabili fisici e mentali, considerati inutili e potenzialmente pericolosi per la salute della stirpe. L’operazione, nota con il nome in codice “T4” e arrivata al suo culmine con lo scoppio della guerra, non risparmia i bambini e porta alla morte migliaia di persone. Si conclude nel 1941 in ragione delle critiche esplicite provenienti dalla società tedesca, ma solo in parte: l’ultima vittima, un bambino, viene infatti uccisa il 29 maggio 1945, a guerra finita.

Al di fuori dei confini tedeschi, il primo territorio a divenire vittima dei progetti nazisti è la Polonia. Qui, lo stato viene smembrato: una parte viene annessa direttamente alla Germania, un’altra prende il nome di “Governatorato generale” ed è amministrata dai tedeschi, una terza parte è occupata dai sovietici. Nei primi mesi dell’occupazione (autunno-inverno 1939), l’élite sociale e culturale polacca è sterminata, dai tedeschi e dagli stessi russi, responsabili del massacro di Katyn. Sono migliaia i docenti universitari, gli aristocratici e i preti che vengono uccisi dalle SS. Chiunque venga considerato anche solo un potenziale oppositore viene inviato in campo di concentramento. Nel Governatorato generale i polacchi perdono qualsiasi diritto, viene impedita ogni attività politica e culturale e la popolazione è utilizzata come manodopera forzata per le industrie tedesche.

Nel giugno 1941 la Germania invade l’Unione Sovietica. Alle forze armate tedesche sono impartiti ordini criminali per l’uccisione dei commissari politici (gli ufficiali addetti alla preparazione politica dei soldati russi) non appena fatti prigionieri. Durante la campagna i soldati del Reich non rispettano alcuna legge di guerra. Nei primi mesi vengono fatti oltre 3.000.000 di prigionieri, dei quali circa due milioni e mezzo moriranno di fame in prigionia, nell’inverno 1941-1942. Per i territori conquistati, il piano nazista prevede lo sterminio per fame di circa 30 milioni di russi.

Gli ebrei dei territori occupati, così come i rom (chiamati “zingari”), vengono deportati nei campi di sterminio. Ad assistere i tedeschi in questa pratica ci sono i collaborazionisti locali, a volte addirittura più efficaci dei soldati nazisti. Ad esempio, è così in Croazia, dove il regime fascista locale supera i nazisti nella pratica criminale con la quale uccide ebrei e oppositori politici. I rumeni, che partecipano all’attacco all’Unione Sovietica, uccidono direttamente centinaia di migliaia di ebrei.

In tutti i territori conquistati dell’Europa occidentale, orientale e dei Balcani, l’occupazione tedesca è durissima. Le economie vengono sfruttate brutalmente; chiunque si opponga viene ucciso sul posto o deportato nei campi di lavoro forzato, dove si muore di fame, freddo, lavoro, malattie e violenze. Si calcola che nel 1944 siano impiegati in Germania quasi 8 milioni di lavoratori forzati provenienti da tutti i territori occupati. L’intera Europa conosce anni di fame e di terrore che si concludono solo con la Liberazione. Le ultime vittime del nazismo sono, di nuovo, i tedeschi stessi, che negli ultimi mesi di guerra sono costretti a combattere fino alla morte, poiché l’apparato repressivo impicca chiunque dia segni di paura o cedimento.

È impossibile calcolare con precisione il numero delle vittime del nazismo durante la seconda guerra mondiale, ma si parla di decine di milioni di morti a causa delle deportazioni, delle carestie, delle stragi compiute dai tedeschi e dai loro alleati e collaboratori tra il 1939 e il 1945.

Galleria

Bibliografia

Chris Bellamy, Guerra assoluta. La Russia sovietica nella seconda guerra mondiale, Torino, Einaudi, 2010

Gustavo Corni, Breve storia del nazismo, 1920-1945, Bologna, Il Mulino, 2015.

Dizionario dell’Olocausto, a c. di Walter Laqueur con Judith Tydor Baumel, edizione italiana a c. di Alberto Cavaglion, Torino, Einaudi, 2004 (ed edizioni successive)

Raul Hilberg, La distruzione degli Ebrei d’Europa, Torino, Einaudi, 1995 (ed edizioni successive)

Sitografia

Leggi l’approfondimento sullo sterminio dei Rom nell’Enciclopedia Treccani

Leggi la scheda sul programma T4 sul sito dell’United States Holocaust Memorial Musem

Altri contenuti

Direttive di condotta per le forze combattenti in Russia, emanate dal comando supremo delle forze armate tedesche, 19 maggio 1941

Il bolscevismo è il nemico mortale del popolo nazionalsocialista tedesco. La lotta della Germania è rivolta contro quell’ideologia distruttiva e i suoi esponenti. E’ una lotta che esige azioni spietate ed energiche contro agitatori bolscevichi, guerriglieri, sabotatori, ebrei, e la completa liquidazione di qualunque resistenza attiva o passiva.

Si richiede una estrema riservatezza e la massima vigilanza nei confronti di tutti i membri dell’Armata rossa – anche prigionieri – in quanto c’è da attendersi che combattano in modi proditori. In particolare, i soldati asiatici dell’Armata rossa sono imperscrutabili, imprevedibili, insidiosi e crudeli. Dopo la cattura di un’unità, i capi vanno immediatamente separati dagli altri ranghi.

Tratto da Chris Bellamy, Guerra assoluta. La Russia sovietica nella seconda guerra mondiale, Torino, Einaudi, 2010, p. 34.

“Ordine dei Commissari”, emanato dall’alto comando delle forze armate tedesche alla vigilia dell’invasione dell’Unione Sovietica

  1. I commissari politici che combattono contro le nostre truppe devono essere trattati in conformità con il “Decreto sull’esercizio della giurisdizione nella zona dell’operazione Barbarossa”. Questo vale per i commissari di ogni tipo e posizione, anche se sono solo sospettati di resistenza, sabotaggio o incitamento. […]
  2. I commissari politici come organi delle truppe nemiche sono riconoscibili da un’insegna speciale – stella rossa con falce e martello tessuti d’oro sulle maniche – […] Essi devono essere separati dai prigionieri di guerra immediatamente, cioè mentre sono ancora sul campo di battaglia. Questo è necessario per privarli di qualsiasi possibilità di influenzare i soldati catturati. Questi commissari non sono riconosciuti come soldati; la protezione applicabile ai prigionieri di guerra secondo il diritto internazionale non si applica a loro. Sono da sistemare dopo aver effettuato la separazione.
  3. I commissari politici che non sono colpevoli o sospettati di alcun atto ostile rimarranno inizialmente indisturbati. Solo quando il paese sarà ulteriormente conquistato sarà possibile decidere se i funzionari rimasti possono essere lasciati al loro posto o devono essere consegnati ai Sonderkommandos. Si deve puntare a che questi ultimi effettuino la revisione da soli. Nel giudicare la questione della “colpevolezza o non colpevolezza”, l’impressione personale dell’atteggiamento e della condotta del commissario deve avere un peso maggiore dei fatti del caso, che possono non essere provati.
  4. Nei casi 1.) e 2.) si deve fare un breve rapporto (scheda di segnalazione) dell’incidente:   a) dalle truppe subordinate a una divisione alla divisione (Ic), b) dalle truppe direttamente subordinate a un comando di corpo d’armata, alto comando d’armata, comando di gruppo d’armata o gruppo corazzato, al comando di corpo d’armata, ecc. Comando (Ic).
  5. Tutte queste misure non devono bloccare lo svolgimento delle operazioni. Le operazioni di ricerca e di pulizia pianificate dalle truppe di combattimento devono quindi essere omesse.”

Tratto da https://de.wikisource.org/wiki/Kommissarbefehl