.. I fascisti antisemiti

Anche se il movimento fascista, alla sua nascita, non è antisemita, esistono al suo interno alcune frange che lo sono in maniera dichiarata. Il personaggio più noto è Giovanni Preziosi, nato nel 1881 a Torella dei Lombardi (Avellino). Preziosi è un ex prete molto interessato alle vicende degli emigrati italiani in America. Durante la Prima guerra mondiale, abbandonata la chiesa cattolica, si avvicina al nazionalismo. Fonda e dirige la rivista «La Vita Italiana», che da periodico in difesa degli emigranti, diventa il più noto e radicale foglio antisemita italiano. Preziosi, infatti, è il più convinto assertore dell’antiebraismo e nel 1921 è il primo a pubblicare la versione italiana dei Protocolli dei savi anziani di Sion. Durante il regime fascista dirige altri periodici, dando sempre un taglio antiebraico alle sue pubblicazioni. La sua influenza su Mussolini e sulle alte gerarchie del fascismo è però scarsa, almeno fino all’armistizio. Invece, con la nascita della Repubblica sociale italiana il suo ruolo diventa più importante. Il 15 marzo 1944 Mussolini lo nomina  Ispettore generale per la demografia e la razza, un incarico che lo pone, teoricamente, al vertice delle istituzioni addette alla persecuzione degli ebrei. Tuttavia, anche in questo periodo, l’influenza di Preziosi sul governo fascista e i suoi poteri effettivi sono praticamente nulli. Si suicida, assieme alla moglie, il 27 aprile 1945.

Altro personaggio convinto della necessità di perseguitare gli ebrei è Roberto Farinacci, che nasce a Isernia nel 1892 ma cresce tra Piemonte e Lombardia. Tra i più violenti fascisti antemarcia – è chiamato “ras di Cremona” – e segretario del partito nel 1925-1926, viene praticamente isolato da Mussolini negli anni del regime, proprio per la sua appartenenza all’ala più radicale del fascismo. Nonostante non abbia particolari cariche durante gli anni Trenta, è un personaggio ascoltato e temuto dal capo del governo. Durante le discussioni al Gran Consiglio del fascismo che portano all’emanazione delle leggi razziali, Farinacci si fa notare come uno dei più decisi sostenitori della persecuzione. Fuggito in Germania dopo il 25 luglio 1943, torna con Mussolini nella Repubblica Sociale Italiana dove appoggia Preziosi e pubblica contributi di propaganda antisemita sul suo quotidiano, «Il Regime fascista». Catturato dai partigiani, il 28 aprile 1945 viene fucilato a Vimercate.

Telesio Interlandi, nato a Roma nel 1894, è un giornalista piuttosto noto durante il fascismo. Dirige quotidiani come «Il Tevere» e «Quadrivio», che seguono una linea fascista “intransigente” e “rivoluzionaria”, cioè contraria al fascismo “imborghesito”. In particolare, «Il Tevere» pubblica articoli antisemiti già negli anni Venti. Nel 1938, Interlandi diventa direttore del bisettimanale «La Difesa della razza» e pubblica libri antisemiti. Anche lui aderisce alla Repubblica Sociale Italiana, senza però ricoprire ruoli importanti. Arrestato nel 1945, viene amnistiato nel 1946. Muore nel 1965.

Galleria

Bibliografia

Maria Teresa Pichetto, Alle radici dell’odio. Preziosi e Benigni antisemiti, Milano, Angeli, 1983

Valentina Pisanty, La Difesa della Razza. Antologia 1938-1943, Bompiani, Milano, 2006

Altri contenuti

Guarda una puntata della trasmissione Passato e Presente (Rai3-Rai Storia) su Roberto Farinacci