
Guido Buffarini Guidi è una delle figure centrali della persecuzione antiebraica in Italia.
Nasce a Pisa nel 1895. Combatte nella prima guerra mondiale, durante la quale raggiunge il grado di capitano di artiglieria e viene più volte decorato. Nel dopoguerra studia legge e aderisce al fascismo organizzando le prime squadre di picchiatori nella sua provincia.
Durante il regime fa una rapida carriera politica: è sindaco di Pisa, deputato nel 1924, poi podestà e segretario federale sempre della sua città natale. Grazie a tutti questi incarichi diventa una delle figure centrali del fascismo in Toscana.
Nel 1933 diventa sottosegretario all’Interno, raggiungendo così un ruolo centrale nel regime, sia per l’importanza della carica, sia perché essa gli permette di avere contatti quotidiani con Mussolini.
Quando vengono approvate le leggi contro gli ebrei, Buffarini Guidi è il motore della macchina persecutoria. È infatti il ministero dell’Interno, da lui controllato, a emettere i decreti attuativi e le numerosissime circolari che devono rendere sempre più rigida l’applicazione delle leggi stesse. Tramite il ministero, Buffarini Guidi controlla anche la Direzione Centrale per la Demografia e la Razza (la cosiddetta “Demorazza”), istituita nel 1938 con il compito di gestire tutta la complessa macchina burocratica che amministra la persecuzione. Nella sua posizione è anche in grado di controllare le “arianizzazioni” e le “discriminazioni”, cioè i provvedimenti che possono rendere meno dure, o addirittura inapplicabili, le leggi per alcune famiglie ebraiche.
Nel giugno 1940, con l’ingresso dell’Italia nella seconda guerra mondiale, vengono aperti campi di concentramento per le persone considerate “pericolose nelle contingenze belliche”. In questa categoria vengono inseriti numerosissimi ebrei. Nel 1941 Buffarini Guidi emana una circolare che impone ai prefetti una più rigida applicazione delle leggi contro gli ebrei.
Rimosso dal suo incarico nel febbraio 1943, torna sulla scena politica con la Repubblica Sociale Italiana, quando Mussolini lo sceglie come ministro dell’Interno.
Il 30 novembre 1943 emana l’ordine di polizia n. 5, che prevede l’arresto e l’invio in campi di concentramento di tutti gli ebrei presenti sul territorio nazionale.
Caduto successivamente in disgrazia, viene rimosso dall’incarico. Con il crollo della RSI, tenta la fuga in Svizzera ma viene arrestato dai partigiani. Dopo un rapido processo, è fucilato il 10 luglio 1945.