
Tullio Tamburini nasce a Prato nel 1892. Prima della guerra vive di espedienti e viene condannato per truffa. Partecipa alla prima guerra mondiale arrivando al grado di tenente. Nel 1920 aderisce al fascismo ed entra a far parte della squadra “La Disperata” di Firenze, una delle più violente del pur già violentissimo squadrismo toscano. Tamburini si rende protagonista di molte aggressioni contro comunisti e socialisti, ma anche contro fascisti appartenenti a correnti diverse dalla sua.
Nel 1923 diventa console della milizia. È tra i più accesi sostenitori della seconda ondata di violenze contro le opposizioni all’indomani del delitto Matteotti. A causa della sua indisciplina e violenza è inviato in Libia nel 1926.
Torna in Italia alla metà degli anni Trenta e diviene prefetto di Avellino, Ancona e infine Trieste, dove lo coglie l’armistizio. Aderisce alla RSI e assume la carica di capo della polizia il 1° ottobre 1943. In questo ruolo mette in pratica con rigore la legislazione antiebraica. Nell’aprile del 1944 viene sostituito da Eugenio Cerruti, per presunti illeciti. Nel febbraio 1945 è arrestato a Como su ordine di Karl Wolff, e inviato a Dachau. Viene liberato il 3 maggio 1945 dalle truppe americane. Amnistiato nel 1946, emigra in Argentina. Muore a Roma nel 1957.