La nave Saint Louis nel porto di Amburgo prima della partenza, maggio 1939.

Il 13 maggio del 1939, il transatlantico tedesco St. Louis salpa da Amburgo (Germania) con destinazione Cuba. La nave ospita 937 passeggeri, quasi tutti ebrei che fuggono dalle persecuzioni naziste. Sono passati circa dieci mesi dalla deludente conferenza di Evian e circa sei dal pogrom noto come «notte dei cristalli». All’interno dei territori del Reich, il numero di ebrei disoccupati è in costante crescita, molti sono ridotti in povertà a causa del divieto di esercitare determinate professioni e delle liquidazioni coatte. In questa situazione, chi ha la possibilità di farlo prova a emigrare ma sono sempre meno i paesi, compresi quelli oltreoceano, disposti a ospitare chi fugge dal nazismo.

Dopo circa due settimane dalla partenza, la nave arriva all’Avana, ma i suoi passeggeri non ottengono il permesso di sbarco. L’ostilità del governo del paese fa sì che le persone a bordo del St. Louis vengano considerate ”rifugiati” e non turisti, e quindi obbligati al versamento di ulteriori 500 dollari per sbarcare (una tassa non imposta in caso di visti turistici). Solo 29 dei passeggeri ebrei possono permettersi di pagare la cifra richiesta.

Dopo cinque giorni la nave lascia le acque cubane e fa rotta su Miami. Anche qui, tuttavia, il permesso di sbarco è di nuovo negato, dagli Stati Uniti, dove a partire dal 1924 è in vigore l’Immigration Act. Anche il Canada, poco dopo, rifiuta di accogliere i profughi.

A questo punto, il capitano della St. Louis, il tedesco non ebreo Gustav Schröder, riceve l’ordine di riportare la nave in Germania. Schröder, tuttavia, decide di non lasciare gli ebrei in un porto tedesco e, grazie a complicati negoziati, condotti in gran parte dall’American Jewish Joint Distribution Commitee, la nave riesce ad attraccare ad Anversa, in Belgio, il 17 giugno. Quattro paesi accettano di accogliere i passeggeri: 288 raggiungono il Regno Unito (tutti sopravvivranno alla seconda guerra mondiale, tranne una persona morta nel 1940 durante un raid aereo), 181 l’Olanda, 224 la Francia e 214 restano in Belgio. Di quelli che rimangono in Europa continentale, più di 250 perderanno la vita nei lager.

Nel marzo del 1993 il capitano Gustav Schröder è stato riconosciuto Giusto tra le nazioni.

Il 7 novembre del 2018, il primo ministro canadese Justin Trudeau, a distanza di settantanove anni dagli avvenimenti, si è scusato a nome del suo governo per non aver dato asilo ai passeggeri dalla St. Louis.

Galleria

Bibliografia

Gilbert Sinoué, Una nave per l’inferno, Vicenza, Neri Pozza Editore, 2005

Sara Della Bella, Alessio Lo Manto, ST. Louis. Il coraggio di un capitano, Roma, Round Robin Editore, 2021

Sitografia

Visita la pagina dedicata alla storia della Saint Louis dall’USHMM

Guarda la mappa animata dell’itinerario completo percorso dalla nave

Scopri di più sull’American Jewish Joint Distribution Commitee

Altri contenuti

Guarda il trailer del film La nave dei dannati, diretto da Stuart Rosenberg nel 1976