.2.7 Segre, Liliana

Liliana Segre oggi

Liliana Segre nasce nel 1930 a Milano, da una famiglia borghese di ebrei assimilati. La madre, Lucia Foligno, muore quando Liliana ha meno di un anno; il padre, Alberto, decide quindi di trasferirsi nella casa dei propri genitori. All’età di 8 anni, a causa delle leggi antiebraiche Liliana viene espulsa dalla scuola.

Nell’ottobre del 1942, in seguito ai bombardamenti, la famiglia si trasferisce a Inverigo, un paesino della Brianza, mentre le condizioni di salute del nonno paterno si aggravano a causa del morbo di Parkinson. Dopo l’8 settembre 1943, con l’occupazione nazista, Alberto decide di nascondere sua figlia presso una famiglia di amici cattolici nel Varesotto e successivamente, con il peggiorare della situazione e il terrore di essere arrestati, cerca di oltrepassare clandestinamente il confine con la Svizzera portando con sé anche Liliana. Mentre provano a superare il confine, il 7 dicembre 1943, vengono respinti dalle guardie e consegnati al comando italiano di frontiera. Separata dal padre, Liliana viene rinchiusa prima nelle carceri di Varese e Como, poi a San Vittore a Milano, dove ritrova il padre, con il quale divide la cella. Il 30 gennaio del 1944 tutti i detenuti ebrei, circa 600, vengono portati in camion al Binario 21 della stazione centrale di Milano e deportati nel campo di Auschwitz-Birkenau. Il treno arriva il 6 febbraio del 1944 sulla rampa esterna (Judenrampe) del Lager, e lì Liliana vede per l’ultima volta il suo amatissimo genitore.

Rimasta sola, viene immatricolata con il numero 75190, e assegnata al lavoro presso la fabbrica Union Werke, dove lavora alla produzione di bossoli per fucili mitragliatori. Con l’evacuazione di Auschwitz, nel gennaio 1945, è costretta a effettuare la “marcia della morte”, prima verso Ravensbrück, poi nel marzo dello stesso anno, verso il sottocampo di Malchow. A Ravensbrück apprende che anche i suoi nonni paterni erano stati deportati, il 30 giugno 1944, e uccisi a Birkenau. Nel maggio 1945, Liliana viene nuovamente trasferita ma, durante la marcia, è liberata dall’esercito sovietico.

Torna a Milano il 31 agosto 1945. Ormai orfana, va a vivere con i nonni materni.

Nel 1951 si sposa con Alfredo Belli Paci. Avranno tre figli e numerosi nipoti.

Il 27 novembre del 2008 l’Università di Trieste ha conferito a Liliana Segre la laurea honoris causa in Giurisprudenza. Il 15 dicembre 2010, l’Università di Verona le assegna la laurea ad honorem in Scienze pedagogiche. Il 19 gennaio 2018, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella la nomina senatrice a vita. Il 18 febbraio 2020 riceve un Dottorato honoris causa in Storia dell’Europa da parte dell’Università La Sapienza di Roma. Il 26 ottobre 2020, infine, l’Università LUMSA le conferisce la laurea magistrale ad honorem in Relazioni Internazionali.

Galleria

Bibliografia

Liliana Segre, Ho scelto la vita. La mia ultima testimonianza pubblica sulla Shoah, Milano, RCS, 2020

Liliana Segre, Scolpitelo nel vostro cuore, Milano, Piemme, 2018

Enrico Mentana, Liliana Segre, La memoria rende liberi, Milano, Rizzoli, 2015

Liliana Segre, Daniela Palumbo, Fino a quando la mia stella brillerà, Milano, Piemme, 2015

Emanuela Zuccalà, Sopravvissuta ad Auschwitz. Liliana Segre fra le ultime testimoni della Shoah, Milano, Paoline, 2005

 

Sitografia

Visita il sito del Memoriale della Shoah di Milano

Altri contenuti

Guarda la testimonianza della Senatrice a vita Liliana Segre, in occasione delle celebrazioni della “Giornata della Memoria”, in un incontro con gli studenti presso il Teatro degli Arcimboldi di Milano.