
Il comune di Cutigliano (oggi frazione del comune sparso di Abetone Cutigliano), in provincia di Pistoia, viene colpito da due stragi che coinvolgono cittadini di religione ebraica. Nella zona, tanto importante per i tedeschi da essere occupata fino allo fine del conflitto, si sono rifugiati molti ebrei in fuga dalle città dopo l’armistizio, mentre altri, di origine straniera, vi sono stati internati allo scoppio della guerra.
All’inizio del 1944, la gran parte degli ebrei viene rastrellata e deportata anche grazie alla delazione di collaborazionisti locali.
Tra il 26 e il 27 settembre 1944 i tedeschi rinchiudono 35 persone all’interno del cotonificio Tronci, che sorge in località Casotti. Tra di loro, i proprietari dell’impianto, Raffaello Tronci e sua moglie. Si tratta di ostaggi catturati dopo uno dei tanti attacchi partigiani nell’area dell’Abetone, dove la guerriglia è forte e pericolosa per gli occupanti.
Dopo la fuga di uno degli ostaggi, i tedeschi minacciano la fucilazione di cinque persone, ma le suppliche dei parenti dei reclusi e del parroco riescono a farli desistere. Gli ultrasessantenni, tra i quali Tronci, vengono a quel punto liberati, ma gli altri ostaggi restano all’interno.
Il 1° ottobre, i tedeschi si allontanano dopo aver minato il vicino ponte sul torrente Lima. Mentre Tronci cerca di procurarsi le chiavi per liberare i reclusi, le mine sul ponte esplodono, provocando la distruzione di una parte dell’edificio. Cinque persone perdono la vita – tra le quali Arnoldo Pesaro, 43 anni, di religione ebraica – e altre 10 restano ferite.
Il fratello di Arnoldo, Gualtiero Pesaro, è stato rastrellato e deportato da Cutigliano nel gennaio precedente. Non tornerà dai Lager.
Nel frattempo, un’altra strage si verifica a Pianosinatico, anch’essa frazione di Cutigliano, il 28 settembre. Sempre come reazione a un attacco dei partigiani, che ha provocato la morte di due soldati e il ferimento di un terzo, i tedeschi rastrellano 11 uomini e li fucilano presso il cimitero. Tra le vittime, quasi tutte ultrasessantenni, c’è Tullio Levi, di religione ebraica, che tempo prima era fuggito da Bologna per cercare scampo alle persecuzioni.
Dopo questi episodi, la popolazione di Cutigliano viene fatta evacuare e il paese è quasi interamente minato.