All’interno della Chiesa cattolica italiana vi sono alcune correnti antisemite. Alla fine degli anni Trenta, con l’emanazione delle leggi antiebraiche, una parte del clero approva l’esclusione degli ebrei dalla società, nonostante la dottrina ufficiale della chiesa sia contraria a ogni forma di razzismo e il papa Pio XI lo abbia chiaramente e apertamente condannato nel 1937, con l’enciclica, dedicata al mondo germanico, intitolata Mit Bennender Sorge (Con viva ansia).
La Repubblica Sociale Italiana cerca di utilizzare la difesa del cattolicesimo e di Roma (“capitale” del mondo cattolico) nei confronti delle cosiddette “orde” giudaico-bolsceviche e protestanti. Roberto Farinacci, uno dei maggiori esponenti della RSI, è anche uno dei principali fautori di questa campagna di propaganda. Nel 1944 finanzia la creazione di un giornale intitolato “Crociata italica”, diretto dal sacerdote Tullio Calcagno, un fascista fanatico. Calcagno arriva addirittura ad attaccare il papa e la chiesa cattolica in quanto eccessivamente “universali”, e dunque non in grado di difendere gli interessi italiani, da lui identificati con quelli del fascismo. “Crociata italica” riprende tutti i temi della propaganda antiebraica, indicando nell’“Internazionale ebraica” la vera causa della guerra e delle sconfitte dell’Asse. A causa di questa politica estremista, Calcagno, già in conflitto con il vescovo di Cremona, viene scomunicato all’inizio del 1945.
Nessuno Stato cattolico ha fatto per la Chiesa cattolica quanto ha fatto lo Stato fascista. Noi siamo insorti e ancora combattiamo contro i giudei e i comunisti per la Patria, cioè anche per la nostra religione e la nostra civiltà. Ora basta. Onoriamo e difendiamo i buoni, ma colpiamo inesorabilmente i traditori, perché nemici del Cattolicesimo e dell’Italia. Forse allora ci apprezzeranno di più, così come hanno apprezzato e apprezzano i marxisti spagnoli, i comunisti russi, i loro alleati messicani e tutti i giudei che sono ricchi, sì, di denaro ma anche di odio e di disprezzo contro la gerarchia ecclesiastica, contro i cattolici e il Cattolicesimo [articolo di “Crociata Italica” cit. in Ganapini, La repubblica delle camicie nere, p. 217]
Nonostante l’adesione di altri religiosi, come padre Eugenio Zappaterreni, cappellano delle Brigate nere, “Crociata italica” non riesce ad avere una grande diffusione e popolarità, né tra il clero né tra i cattolici in generale. L’antisemitismo cattolico nella RSI rimane un tentativo di utilizzare una forma di propaganda ormai poco credibile per la maggior parte degli italiani.