
Presso l’aeroporto di Ronco di Forlì, passato sotto il controllo dei tedeschi subito dopo l’armistizio, vengono uccise, nel settembre 1944, 42 persone, 18 delle quali ebree. La prima strage si verifica tra il 5 e il 6 settembre: le SS prelevano dalle carceri del capoluogo romagnolo alcuni prigionieri, tra i quali partigiani, loro collaboratori ed ebrei. Si tratta, in questo caso, di 10 stranieri (tedeschi, polacchi, austriaci etc.), perlopiù internati in campi italiani dall’inizio della guerra, arrestati nella provincia di Pesaro e dunque trasferiti dai tedeschi a Forlì.
I prigionieri, ai quali viene fatto credere che saranno deportati in Germania, sono condotti all’aeroporto e uccisi. I corpi vengono poi sommariamente occultati in una buca provocata dai bombardamenti.
La stessa cosa accade il successivo 17 settembre, quando vengono uccise 7 donne, mogli, sorelle e madri degli ebrei uccisi precedentemente. Alle vittime viene detto che sarebbero state portate dai propri cari, condotti in Germania a lavorare. Invece, arrivate all’aeroporto, vengono tutte uccise. I corpi vengono occultati in crateri prodotti dai bombardamenti. Dopo l’eccidio, gli esecutori si impadroniscono dei bagagli delle vittime.
L’ultima strage avviene il 25 settembre. Sempre presso l’aeroporto vengono uccise 15 persone, tra le quali un ebreo italiano. Anche in questi caso i corpi vengono occultati.
Nell’Atlante delle stragi naziste e fasciste in Italia, Mira scrive:
La logica sottesa a queste uccisioni è eliminazionista e di stampo razziale e tali stragi si collocano in un momento in cui i tedeschi si preparano a lasciare la città ed eliminano il maggior numero possibile di prigionieri, ebrei e avversari politici ancora nelle loro mani (Mira, scheda della strage di Ronco di Forlì del 5-6 settembre 1944).
Forlì, definita “la città del duce” durante il ventennio, è l’unica città dell’area della linea Gotica a essere liberata entro il 1944, in novembre. Poco dopo, grazie alla confessione di un disertore tedesco, iniziano i lavori di esumazione delle salme dell’aeroporto, un’operazione lunga e particolarmente complicata. Alcuni corpi resteranno non identificati.
Nel 1992 i resti delle vittime ebree sono stati collocati in un sacrario posto all’interno del cimitero di Forlì. Una lapide ricorda i loro nomi, che sono i seguenti:
Uccisi il 5-6 settembre 1944:
Arthur Amsterdam, tedesco, 23 anni, la madre e la sorella vengono uccise il 17
Israel Amsterdamer, polacco, 45 anni, la moglie è uccisa il 17
Bernhard Bruner, austriaco, 50 anni, la moglie è uccisa il 17
Josef Israel Goldberg, russo-polacco, 57 anni, la moglie è uccisa il 17
Georg Gottesmann, austriaco, 45 anni
Alfred Lewin, tedesco, 33 anni, la madre è uccisa il 17
Joseph Loewsztein, polacco, 29 anni
Carl Joseph Paecht, rumeno, 46 anni, la moglie è uccisa il 17
Ludwig Stiassny, austriaco, 57 anni
Josef Israel Timan, austriaco, 52 anni
Uccise il 17 settembre:
Sara Riwka Amgyfel in Goldberg, polacca, 55 anni
Selma Sara Amsterdam, polacca, 41 anni, sorella di Arthur e figlia di S.J. Richter
Jenny Hammerschmidt, tedesco-polacca, 63 anni, madre di A. Lewin
Sara Jalka Richter, polacca, 68 anni, madre di Selma Sara e Arthur Amsterdam
Elena Rosenbaum in Bruner, austriaca, 50 anni
Lea Rosenbaum in Amsterdamer, polacca, 38 anni
Maria Rosenzweig in Paecht, polacca, 43 anni
Ucciso il 25 settembre: Gaddo Morpurgo, nato a Gorizia, 23 anni.