La fuga degli ebrei danesi verso la Svezia

La Danimarca costituisce un caso unico nel quadro dell’occupazione nazista dell’Europa. Le operazioni per la conquista del paese cominciano il 9 aprile 1940, nell’ambito della campagna per il controllo della penisola scandinava, che porta all’occupazione della Norvegia. La totale impossibilità di difendersi, causata dalla debolezza dell’esercito, induce il governo e il re Cristiano X, a non opporsi all’invasione. La Danimarca, quindi, non viene sconfitta militarmente, ma solo occupata da forze straniere che, ufficialmente, hanno lo scopo di “proteggerla”. Il re e il governo rimangono in carica, i partiti politici continuano a essere legali e si tengono libere elezioni. In Danimarca non è imposto un governo militare tedesco e l’autorità più alta risiede nelle mani di un plenipotenziario del Reich, carica in un primo tempo ricoperta da Cecil von Renthe-Fink.

Allo scoppio della guerra, nel paese è presente un ridotto numero di ebrei, circa 6.500 persone, che rimangono praticamente indisturbate fino al 1942, nonostante le pressioni da parte tedesca perché si adottino provvedimenti antisemiti. Nel novembre 1942, Renthe-Fink viene sostituito da Werner Best, un nazista fanatico, che ha avuto già esperienze nella Francia occupata. Best aumenta la pressione sul governo danese, svolgendo anche un’inchiesta sulla “influenza ebraica” in Danimarca, ma con scarso successo.

Nell’agosto 1943 Hitler lo convoca al fine di sapere per quale motivo la deportazione degli ebrei danesi non sia ancora stata avviata. Nel settembre successivo si comincia, dunque, a organizzare la cattura e la deportazione. Una fuga di notizie, però, mette sull’avviso le vittime. Una prima retata, avvenuta nella notte tra il 1° e il 2 ottobre, si conclude con l’arresto di “soli” 477 ebrei, ed è un insuccesso clamoroso per i nazisti. Il 3 ottobre viene diffusa una lettera pastorale dei vescovi nella quale si condanna la persecuzione e si dice:

Noi lotteremo per il diritto dei nostri fratelli e delle nostre sorelle ebrei a conservare quella libertà cui attribuiamo più valore che non alla vita. [Hilberg, La distruzione degli ebrei d’Europa, vol. 1, p. 593]

Nelle settimane successive gli ebrei vengono messi in salvo attraverso una grande operazione che comporta la fuga in Svezia attraverso il mare. Il salvataggio è organizzato e gestito da privati cittadini ed è reso possibile anche dalla complicità del comandante tedesco del porto di Copenhagen. Alla fine di ottobre vengono messi in salvo quasi tutti gli ebrei presenti in Danimarca.

Galleria

Bibliografia

Bo Lidegaard, Il popolo che disse no, Milano, Garzanti, 2014

Raul Hilberg, La distruzione degli Ebrei d’Europa, Torino, Einaudi, 1995 (ed edizioni successive. Qui si cita l’edizione del 1999)

Dizionario dell’Olocausto, a c. di Walter Laqueur con Judith Tydor Baumel, edizione italiana a c. di Alberto Cavaglion, Torino, Einaudi, 2004 (ed edizioni successive).

Sitografia

Sfoglia la Sezione fotografica dell’Holocaust Memorial Museum di Washington dedicata alla Danimarca

Leggi un articolo dedicato alla Danimarca sul sito dello Yad Vashem