.. Le notizie della Shoah Europea in Italia

Le notizie delle violenze contro gli ebrei arrivano in Italia con l’attacco all’Unione sovietica. Articoli di giornali parlano apertamente di massacri compiuti dai romeni e cinegiornali mostrano violenze di massa. La classe politica fascista, informata dai funzionari del Ministero degli Esteri, è perfettamente a conoscenza della Shoah, così come il Vaticano, che riceve informazioni dalla rete dei nunzi pontifici.

Mussolini era stato informato direttamente da Himmler dei massacri di massa in Urss nell’ottobre 1942, mentre l’ambasciatore a Berlino, Dino Alfieri, in un rapporto diretto al Ministero degli esteri del 3 febbraio 1943, parla apertamente di “sterminio totale”.

Sempre nel febbraio 1943 il Ministero degli esteri riporta la notizia diffusa dall’”Ufficio informazioni internazionali” di Londra, secondo la quale “In Polonia, durante l’ultimo anno, sono periti fucilati o nei campi di concentramento tedeschi due milioni e mezzo di polacchi, dei quali un milione di ebrei. Il massimo tempo che si possa rimanere in vita in un campo di concentramento è di 9 mesi.”

Vi sono anche altri canali attraverso i quali le notizie arrivano all’opinione pubblica italiana.

I soldati che tornano in patria in licenza dai fronti russo e jugoslavo raccontano di stermini di massa, mentre Radio Londra, dal 1942, informa la popolazione dei massacri in Polonia. Anche gli ebrei in fuga dall’est europeo, e che trovano un precario rifugio in Italia, raccontano le stragi che accadono nell’est europeo. Non sono quindi notizie della propaganda nemica, ma che arrivano da testimoni diretti.

I vertici del regime fascista e dello stato, così come della Chiesa cattolica, sono informati delle dimensioni dello sterminio, anche se non conoscono i dettagli delle camere a gas o dei campi della morte. Ma anche parte della popolazione può avere accesso a informazioni piuttosto precise.

Libri consigliati: Valeria Galimi, Sotto gli occhi di tutti. La società italiana e le persecuzioni contro gli ebrei, Le Monnier, Firenze, 2018